A SILVIO
Silvio, rimembri ancora
quel tempo della tua vita normale
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieto e spensierato, il limitare
di gioventù salivi?
Sonavan le inquiete
stanze, e le vie d'intorno,
ai tuoi perpetui gemiti,
allor che all'opre femminili intento
pensavi, assai contento
si quel gaio avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io, invece, gli studi facevo
talor lasciando le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
dalle antenne del paterno televisor
porgea gli orecchi al suono della tua voce,
ed alla faccia rapace
che percorrea il faticoso schermo.
Mirava il capel dipinto
le cravatte a pois e i ricostruiti denti
e quinci il mal di mar venia già.
Lingua mortal non dice
quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri avvelenati,
che delusion, che nausea, o Silvio mio!
Quale allor ed or che apparia
la vita umana ed il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un dolore mi preme,
acerbato e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o Silvio,
perchè non rendi poi
quel che prometti allor? perchè di tanto
inganni i figli tuoi ed elettor?
Tu pria che l'erba inaridisse la tua narice,
da morbo combattuto vincesti,
o tenerelli noi, o disperazion. E vedevi
il fior di tanti giovini
e non ti doleva il cuore
non ti curavi delle lauree con lode ma delle nere chiome,
e degli sguardi interessati e lascivi;
e teco le compagnie portavi nei festini
e non per ragionare d'amore.
Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni nostri
anche negaro i fati
il lavoro e la gioia. Ahi come,
come fai ad esser così,
maligno compagno dell'epoca nostra,
nostra lacrimata pena!
Questo è il mondo? questi
i diletti, l'amor, l'opre, gli eventi,
onde un giorno sperammo insieme?
All'apparir del vero
tu, misero, non cadi: e con la mano
il caldo seno ed una veste ignuda
ti miri da vicino.
Nessun commento:
Posta un commento
Un tuo commento é un segno di interesse e vicinanza. Grazie per esprimere la tua opinione. :-)