martedì 6 novembre 2012

Storia di Arturo Paoli



LE PAROLE DI ARTURO PAOLI

 

Incontro tra il sacerdote e la popolazione

Qualche pomeriggio fa, si è svolto, nell'Auditorium Boccherini, in piazza del Suffragio, a Lucca, un incontro tra Fratel Arturo Paoli e i suoi concittadini.

L'incontro è stato organizzato dalla Fondazione Banca del Monte, il cui Presidente, Alberto Del Carlo, ha presentato la figura e l'opera dell'anziano sacerdote, insieme al Professor Soave, dell'Università di Torino e a Julio Saquero, argentino, testimone diretto dell'opera di Don Arturo. Silvia Pettiti, curatrice della Fondazione "Arturo Paoli", di Lucca, ha moderato l'incontro.

Arturo Paoli, sacerdote e missionario, compirà 100 anni il prossimo 30 novembre ed ha una esperienza di vita lunga e piena di eventi, anche molto dolorosi. Nonostante la sua età conserva una lucidità ed una forza che colpiscono non appena lo si sente parlare.

Un libro

Durante l'incontro di ieri è stata presentata una riedizione di un testo importante di cui Paoli è autore: "Dialogo della Liberazione", scritto nel 1966 durante la sua missione nei sobborghi più poveri di Buenos Aires. Questo testo è considerato da molti uno dei suoi scritti tra le cui parole si capisce il pensiero più profondo del sacerdote sui temi dell'emarginazione, della lotta per la liberazione dalla povertà e per l'affermazione dei diritti della persona.

Chi è Arturo

Arturo Paoli, sacerdote controcorrente, ha pagato in prima persona per le sue idee. Negli anni '50 e '60, venne infatti non compreso dalla Chiesa istituzionale ed allontanato e costretto a compiere la sua opera in condizioni veramente estreme. Quegli anni lo vedono, infatti, sacerdote sulle navi che portavano gli immigrati dall'Europa al Sud-America e poi nel deserto algerino. Venne in seguito inviato in Argentina, dove si trovò in contatto con una realtà che andava ben oltre la povertà. Qui iniziò la sua collaborazione anche con il Vescovo argentino Enrique Angelelli, voce importante della Chiesa oppositrice alla dittatura. Il Vescovo, però, morì in un incidente (le cui cause non furono mai chiarite) e Arturo fu costretto a lasciare il paese, in quanto il suo nome fu inserito in una lista di "soggetti pericolosi" ed accusato di traffico d'armi con il Cile. Si salvò la vita, trovando rifugio in Venezuela e poi in Brasile. Alcuni suoi confratelli rimasti in Argentina, però, scomparvero e rimangono ancora nelle lunghe liste dei Desaparecidos.

Arturo Paoli oggi

Dal 2006 è tornato nella nostra città, dove risiede in una abitazione che lui ha deciso di aprire a gruppi e singoli che vogliano iniziare un percorso spirituale.

Malgrado gli anni, Arturo è ancora disponibile a dialogare con tutti.

Nel 2006 ha ricevuto la Medaglia d'oro al Valor Civile dal Presidente della Repubblica Ciampi per la sua opera in difesa degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.

Nel dicembre 2011 è stato inaugurato il "Fondo documentazione Arturo Paoli" a Lucca, dove si trova una raccolta di immagini, video e scritti del sacerdote.

Le parole di Arturo

Il suo breve intervento di ieri è stato molto incisivo per i presenti. La sua voce, all'inizio tremula, è diventata forte quando ha affrontato temi attuali.

Ha esordito con queste parole. "La mia vita, forse, non è compresa del tutto. Il messaggio evangelico è intrinsecamente politico. La Chiesa - ha continuato - vede solo il Cristo mistico, ma la cosa essenziale è "amorizzare" il mondo. Dobbiamo, cioé, cambiare il nostro atteggiamento nel mondo e nei confronti degli altri. Oggi le persone sono distratte dalla tecnologia e da uno stile di vita individualista e materialista. E' per questo che nella mia vita mi sono occupato di politica."

La politica di cui parla Don Arturo non è quella, naturalmente, alla quale assistiamo impotenti negli ultimi anni. E' una politica, spiega, indirizzata verso la giustizia e l'uguaglianza sociale, dove i cittadini possano prendere parte attiva.

"Ma", - prosegue Paoli, con un tono di voce più incisivo - "gli italiani, in questa crisi, dormono e la Chiesa pensa all'Aldilà. Io non sono un uomo agitato ma trafitto da quello che vedo. La mia consolazione la trovo nella preghiera, nel dialogo, nell'amicizia. Dio ci vuole bene ma ci vuole diversi. Bisogna evitare sempre la violenza ma, nel contempo, essere anche capaci di alzare un grido di protesta quando è necessario. E' possibile cambiare questa miseria."

Dunque, le sue parole non hanno risparmiato critiche per nessuno. Ha cercato di risvegliare gli animi dei presenti e lo fa quotidianamente con chi vuole avvicinarlo. E' riuscito ad emozionare, a dare una scossa, senza accusare nessuno, ma indicando una possibile via. Forse, l'unica.

Cristina






 

 

 

 

 

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