Avevo un porcellino,
di nome Gino.
Aveva davvero pochi mesi
e si avverarono i suoi desideri più inattesi.
Costruì case, ville e palazzi,
aiutato da molti altri porcellini pazzi.
Si sposò ed ebbe molti figli,
un po' come succede ai suoi amici conigli.
La sua vita scorreva serena e felice,
quando incontrò un'altra porcellina: Alice.
Per lei, per il suo amore,
aprì una televisione aperta a tutte l'ore.
Alice, un'attricetta,
si innamorò in tutta fretta.
Sua moglie porcellina,
fu ripudiata dalla sera alla mattina.
Così, nel parapiglia,
fece qualche altra figlia.
Dopo anni di lavoro televisivo,
decise di intraprendere un cambiamento decisivo.
Fece una scelta a dir poco mitica:
decise di scendere in politica.
I suoi fedeli amici porcellini,
gli procurarono un vagone di quattrini.
E così scese in campo,
e cominciò una lotta senza scampo.
Tra politici e porcelline,
si occupava di soldi e leggine.
Alice, lasciata in disparte,
trasudava odio da ogni parte.
Venne un giorno, assai nefasto,
in cui Alice scrisse un rapporto vasto.
Raccontò, con coraggio, tutta la verità
senza usare nessuna crudeltà.
Gino, senza batter ciglio,
coltivava le sue amiche, in ogni giaciglio.
Le sue leggi, sempre più leggere,
non salvarono più neanche le miniere.
I suoi sudditi porcellini,
persero, in breve, tutti i quattrini.
Così le attività di tutti i porcellini,
si trasformarono in gran casini.
Ma tutto cambiò di botto,
quando una delle porcelline si tolse dalla bocca il cerotto.
E parlò, parlò, parlò,
finchè la realtà non si ritrovò.
La verità fece molto male,
e molti porcellini finirono in ospedale.
Furono curati con medicamenti
per togliere dalla mente tutti i tormenti.
E finalmente tornarono alla loro vita tranquilla,
e, da lì in poi, non necessitarono di nessuna strana pastiglia.
Cristina
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