Tranquilla. Ammirando le bellezze che scorrevano fuori dal finestrino. In quella citta sconosciuta.
Poi, una domanda: "Scusi, mi può dire dove si trova il Castello?"
Una voce vicina disse: "Tra poco ci arriveremo e glielo mostrerò."
Ancora qualche isolato. La gente passeggiava avvolta da sciarpe e cappotti pesanti.
Le cioccolaterie, i negozi etnici, i ristoranti.
E poi, ecco: il parco.
E lui disse: "Siamo arrivati: ecco il Castello."
E aggiunse: "Vuole scendere qui? Più avanti, al capolinea, c'è un altro castello altrettanto bello."
Così lei scese al capolinea. E lui, scese con lei. Lui aveva alcuni minuti, prima di riprendere il tram.
Fecero una passeggiata, giusto il tempo di dirsi da dove venivano e chi erano. Due sconosciuti che parlavano con estrema naturalezza. Una boccata d'aria, fredda, ma che aveva il sapore di un attimo di felicità. Il colore del sole.
E lui disse: "Ti accompagno alla prossima fermata: è lì che il Castello è più vicino." Lei, risalì sul tram.
Dopo pochi istanti, fu arrivata. Ecco la sua destinazione.
Avrebbe voluto rimanere nel calore del tram, ma la forza della timidezza e le convenzioni la convinsero a scendere.
Salutò con titubanza la gentile voce che l'aveva accompagnata per qualche minuto ed aveva rotto il silenzio quasi assoluto dei suoi ultimi giorni.
Scese. Ed il tram proseguì.
Lei ebbe la coscienza che non avrebbe più risentito quella voce e mai più rivisto quel volto.
Un momento di disorientamento e di tristezza le velarono gli occhi.
La perdita. Quanti momenti, cose, persone si perdono.
Poi, si voltò e vide il Castello.
Quello era ancora lì.
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