martedì 21 maggio 2013

Parla la prof

COUNTDOWN!!! Dieci giorni alla fine del "massacro" (su gentile concessione del settimanale "Mente docente")


Abbiamo oggi raccolto la testimonianza di un'insegnante di una scuola media della provincia di Lucca.

Ci ha contattato per comunicarci il suo stato d'animo riguardo la fine dell'anno scolastico.

La professoressa Verena Di Grazie, insegnante di francese presso la scuola media "E. Presley" di Lucca, ci ha contattato, impaziente di esporci, anche a nome di altri suoi colleghi, le sue sensazioni su questa ultima parte del percorso scolastico.

"Ho sette classi," dice la prof. "per un totale di circa 180 alunni. I primi mesi è stata dura conoscerli, imparare i nomi, farmi conoscere, fargli capire che sarei rimasta lì tutto l'anno scolastico. Questa fase è durata circa 4 mesi. Ho veramente faticato tanto a mantenere l'ordine. Loro non credevano che io fossi la loro "vera" insegnante."

La signora Verena è infatti un'insegnante precaria, che ha incarichi annuali e quest'anno sostituisce una collega in maternità.

"Durante le prime settimane gli alunni mi chiedevano dove fosse e quando tornasse la loro insegnante, sebbene anch'essa precaria come me. Poi, dopo svariate settimane, hanno finalmente capito: sarei rimasta io. E allora: il caos." dice la prof un po' scossa.

"La fase del caos è durata circa 5 mesi, durante i quali sono stata costretta a dare rapporti, note, mandare alunni dal Preside, fare liste nere, dare brutti voti, compiti per casa di punizione, urlare a squarciagola. Un giorno", continua il suo resoconto, "ho battuto talmente tanto una squadra che aveva lasciato sulla cattedra la collega di tecnica, che mi si è rotta in mano!".

"Poi, dopo vari picchi, al limite dell'ammutinamento, c'è stato un periodo di quiete apparente. Alcune volte entravo in classe e riuscivo persino a parlare senza urlare. Questa fase, che potremmo definire "quiete rara", è durata circa un mese." Il quadro dipinto dalla docente continua. "In questa fase, mi sentivo stranita: cosa stavano tramando? Ma è durata poco. Dopo le vacanze di Pasqua tutto è tornato alla "normalità": rapporti, Preside, urli. Ecco: ora li riconoscevo."

Ma arriviamo ad oggi, sollecitiamo noi. La prof Di Grazie ci dice questo, con pacatezza e rassegnazione: "Ho fatto il conto: mancano 10 giorni alla fine del massacro e mi sento come un soldato in Vietnam che è stato ferito ed aspetta di essere rispedito a casa. Ma è ancora in Vietnam, in mezzo alle bombe e sotto attacco dei Vietcong."

Chiudiamo, con una riflessione che condividiamo con l'insegnante: la scuola italiana è il luogo che formerà la nuova classe dirigente ed i nuovi lavoratori. Sarebbe meglio emigrare subito o aspettare ancora un paio d'anni?
 
 

6 commenti:

  1. Eh.....abbastanza.....siamo nel caos...Notte, Cristina

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  2. Cri,
    vorrei dire la mia a questo proposito...
    Leonardo, 12 anni, seconda media.

    L'anno scorso in Italiano aveva un insegnante, severa, ma molto dolce nel seguire e indirizzare i ragazzi, ogni ragazzo a modo suo e con le sue peculiarità veniva esaltato e aiutato dove faticava, conosceva perfettamente i nomi di tutti gli alunni e li chiamava per nome, non cognome, arrivava perfino a differenziare i compiti alunno per alunno...risultato: ADORATA dai ragazzi, anche dai teppistelli, che le portavano la borsa quando arrivava dal corridoio.
    Per noi genitori: UN MITO, non credevamo alle nostre orecchie e occhi.
    Precaria, un anno e via!
    Quest'anno, una nuova insegnante, brava...mediamente...
    All'ultimo incontro mi ha parlato per 10 minuti di un Leonardo di un'altra classe...poi quando ci siamo capite, ha attaccato una tiritera in cui spiegava che i doicenni di oggi sono tutti delinquenti in erba, che la classe ha bisogno di disciplina, durezza e castighi, che lei non può aspettare quelli che non ce la fanno, che se i genitori sono ignoranti i figli non possono che esserlo altrimenti...che la scuola italiana è allo sfascio..ecc ecc ecc ecc...bla bla bla...
    Non l'ascoltavo più, l'ho salutata, e sono tornata a casa.
    Il mio pensiero:
    la differenza la fanno gli individui!

    Un bacione,
    Cri

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    1. Hai ragione Cri! Ma la verità sta sempre nel mezzo....Da una parte c'è la volontà e la serietà delle persone. Dall'altra ci sono i ragazzi che sono un po' cambiati da come eravamo noi un tempo.....Io faccio del mio possibile, ma non riesco ad incidere abbastanza sul comportamento: io non sono severa, vorrei solo fare il mio lavoro senza lottare per parlare...Ma la colpa è sicuramente un po' mia e un po' dei ragazzi che se ne approfittano...Devo fare un corso di severità! Un grande saluto!

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  3. P.S. Prof...non mi dia un voto troppo brutto, ho scritto dal cellulare e ho notato che ho saltato qualche apostrofo o accento, sorry!
    :)

    Cri

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    1. Non ci sono problemi: il messaggio era perfettamente chiaro! :-)

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