giovedì 12 aprile 2012

IL RICORDO DI BERENICE - ottava ed ultima puntata

La cena era terminata. La tensione delle ore che l'avevano preceduta si era allentata. Ma Mario sapeva bene perchè. Ora non aveva più niente da temere. Era pronto.
La donna si era apparentemente divertita ed aveva conversato con leggerezza ed un pizzico di civetteria.
Arrivò il momento del liquorino che Mario aveva l'abitudine di prendere dopo i pasti.
Aprì lo sportello del comò e prese con cura quel fiaschetto che conteneva una grappa preziosa e profumata. Lo mise su un vassoio, insieme a due piccoli calici. Un altro oggetto apparve dietro le bottiglie. Lo prese e se lo mise in tasca.
La donna accolse l'idea della  grappa come digestivo in modo euforico. Bevve il suo bicchierino d'un fiato. E poi se ne versò un altro. Mario ne fu sollevato. Sarebbe stato tutto più facile. La grappa scorreva tra le loro gole, bruciandole, ma lasciando un senso di ebrezza e leggerezza.
Poi, Mario si alzò per riporre gli ultimi piatti e di colpo si fermò alle spalle della donna. Tirò fuori il suo strumento dalla tasca in cui lo aveva riposto  e colpì Bianca con un gesto da maestro direttamente alla gola.

Il sangue uscì come un torrente. La donna ebbe solo un momento per cercare di voltarsi. Fece solo in tempo a guardarlo negli occhi e a tentare di urlare. Ma la sua anima uscì immediatamente dal suo corpo.
Mario guardava quel corpo cosparso della sua linfa vitale e non provò niente.

Prese la donna e, senza provare alcunchè, la portò di peso sul letto. Su quel letto che negli ultimi giorni era tornato ad ossessionare la sua mente. La compose, con le mani incrociate sul petto.
A questo punto doveva compiere l'ultimo atto.
Aprì l'armadio lucido e ben levigato dal tempo. E lì trovò la cassetta di cui aveva bisogno. La dischiuse e ne estrasse una lucente tenaglia.
La fece scivolare con cura nelle sue mani. La guardò e seppe immediatamente cosa fare.
Si avvicinò alla donna. Ora essa giaceva distesa, quasi serena.
Mario volle vedere il suo sorriso di nuovo e le aprì con attenzione, quasi affetto, le labbra.
I suoi denti candidi fecero la loro comparsa. Che contrasto con il sangue che cospargeva i suoi abiti.
Il lavoro iniziò.

Dopo due ore, era lì. Seduto nel suo salotto. In mano la sua preziosa scatola. Era aperta. Ora la sua smania si era placata. La scatola era aperta e Mario fissava il suo contenuto.
Adesso, possedeva altre "perle" . Quel sorriso che aveva perso molti anni fa.
Il sorriso di Berenice.

1 commento:

  1. Complimenti, è avvincente. Avevo letto altri Post ma senza capire bene e senza soffermarmi troppo.Andrò a ricercare le altre puntate quando avrò tempo. Complimenti!

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