giovedì 18 settembre 2014

Una vita da precaria.

Dopo alcuni giorni di silenzio/attesa, rieccomi.
Avvertenza: questo è l'ennesimo sfogo della Cristina-insegnante.

Lavoro da 20 anni come insegnante. I primi 15 anni li ho passati in una scuola privata come insegnante di italiano per stranieri adulti.
Gli ultimi 5 anni nelle scuole pubbliche, medie e superiori.

Per 15 anni ho amato il mio lavoro con tutta me stessa, ma la scuola era piccola e instabile.
Negli ultimi 5 anni sono entrata nel vortice insensato della scuola pubblica. Tutti mi dicono: "Vai, che è un lavoro sicuro." Ogni anno ho cambiato scuola, colleghi, alunni. Un anno ho lavorato in 3 scuole contemporaneamente, 6 giorni su 7.

Quest'anno, per avere più possibilità di lavoro, ho frequentato il corso Pas (Percorso Abilitante Speciale). Da marzo a luglio. Frequenza (durante il mio anno scolastico) 4 o 5 pomeriggi alla settimana.
Non esisteva più niente che non fosse scuola. Di mattina, di pomeriggio. Ho fatto una serie di esami, in contemporanea agli esami per i miei studenti delle tre terze. Ho preparato la tesina.
Il tutto utilizzando tutta la mia energia, pazienza, forza, determinazione. Nonché 2500 euro di tasse.
Ho preso l'abilitazione con una votazione dignitosa.

Beh, ora sono qui. A casa. Molti dei miei colleghi hanno preso servizio in questi giorni.
Le nuove graduatorie non sono pronte, anche perché uscite con una serie di errori.
La mia nuova posizione nella nuova graduatoria sarà peggiore degli anni precedenti.

Le ore "avanzate" alle scuole medie (per cui mi sono abilitata) sono pochissime: 2 in una scuola, 3 in un'altra. Per fare punteggio, forse. Ma non per vivere.

E il Governo parla di indire un nuovo concorso il prossimo anno. Per assumere chi? Magari l'ultimo arrivato? (o peggio..)

Ecco, mi chiedo: dove ho sbagliato? E, perché non esiste mai un modo giusto e civile di trattare con le persone?
Mi sento in trappola, di nuovo. Fregata, di nuovo.

Sfogo di  una serata particolarmente nera...


6 commenti:

  1. Ti capisco benissimo. Mia moglie ha passato una vita da precaria e solo gli ultimi anni è passata di ruolo. Ora è in pensione con una pensione da fame perché gli anni contributivi erano veramente pochi. Per forza, per tanti anni ha insegnato come supplente lavorando sì e no 2-3 mesi l'anno. Pensa anche alla salute per non andare in depressione, sarebbe la fine! Un caro abbraccio

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    1. GRAZIE Andrea! Hai sempre delle parole di conforto....Come si dice? "Mal comune, mezzo gaudio"...? Mi dispiace anche per tua moglie che, come tutti noi, non si merita questo trattamento. Cerco di pensare ad altro, ma non sempre è facile. Poi, passerà.....Naturalmente, a me questa situazione non mi va. La cosa migliore sarebbe cambiare lavoro, finchè sono ancora in tempo...ho le energie per farlo. A presto, un abbraccio.

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  2. ..dopo la pioggia arriva sempre il sole..
    Ciao Cristina
    Maurizio

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    1. Grazie Maurizio. Lo so....spero che, piano piano, si muova qualcosa. So che arriveranno tempi migliori. A presto. :-)

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  3. Quante complicazioni...c'è poco da stare allegri. Ma non chiuderti nella disperazione! Ciao, Arianna

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    1. Ciao Arianna. Non volevo trasmettere troppa negatività....ma la situazione così com'è. Ci vorrebbe proprio qualcuno dei "potenti" che sistemi finalmente le cose...A presto. :-)

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